ondedurto

La terapia con le onde d’urto in medicina ha una grossa importanza in alcune patologie quali epatiche,renali,ma negli ultimi anni è stata applicata con buoni risultati anche nell’ambito della medicina dello sport,in ortopedia e in neurologia.Ciò suggerisce l’utilizzo della metodica quale utile elemento da inserire nei protocolli riabilitativi dei progetti sui pazienti vascolari.

  • Materiali e metodi

La terapia con le onde d’urto sfrutta il fenomeno della cavitazione provocato da onde acustiche percettibili ad elevata intensità,le quali  producono: microtraumi in grado di accelerare i processi biologici di riparazione dei tessuti,attivazione dei processi di auto-guarigione,il metabolismo migliora,l’irrorazione sanguigna aumenta e il tessuto danneggiato si rigenera e guarisce. Le onde d’urto vengono generate pneumaticamente.L’utilizzo di un manipolo e di differenti testine ne permette l’applicazione sui tessuti umani fino ad una profondità di 3,5 centimetri. Gli effetti sui tessuti consistono in un incremento del ricambio metabolico cellulare, antinfiammatorio, vasodilatatore e neo-angiogenetico con conseguente incremento della capacità di trasporto dei fluidi interstiziali. Per tali motivi si è pensato di utilizzare tale metodica terapeutica strumentale soprattutto nelle patologie dove prevale una difficoltà di trasporto dei fluidi (linfedemi, sindromi post-flebitiche,piede diabetico,arteriopatie obliteranti).

  • Modalità di esecuzione

I pazienti vengono  sottoposti ad esame clinico , ad uno studio ecocolorDoppler degli arti completato da uno studio ecografico ad alta risoluzione dei tessuti molli interessati. Si eseguono 2 trattamenti settimanali  con onde d’urto a pressioni variabili tra 1 e 2,5 atmosfere,con numero di colpi variabile tra 1000 e 4000/seduta a seconda dell’estensione delle zone interessate, con cadenza settimanale e con testine focali a profondità variabile tra 0,5 e 3 centimetri, a seconda dell’interessamento tissutale. Il sistema utilizzato (Apparecchiatura ad onde d’urto Swiss Dolorclast Master o Classic-EMS) rappresenta un’importante innovazione nella generazione ed applicazione delle onde d’urto, che prive del classico sistema di puntamento radiologico/ecografico integrato permette, attraverso gli adattatori, di focalizzare l’area interessata. Non si somministra in nessun caso clinico l’anestesia locale.

Onde d'urto

Indicazioni

  • Linfedemi primari e secondari
  • Flebolinfedemi
  • Arteriopatie obliteranti
  • Piede diabetico

Effetti collaterali

  • Petecchie
  • Irritazioni
  • Ematomi
  • Edemi
  • Dolori

Controindicazioni

  • Alterazioni della coagulazione ematica
  • Assunzione di medicinali che alterino la coagulazione ematica
  • Gravidanza in corso o presunta
  • Area focale del tessuto polmonare
  • Neoplasie in atto
  • Complicanze flogistiche tissutali in atto
  • Tenosinoviti infettive
  • Presenza di nuclei di accrescimento in prossimità del campo di pressione
  • Pazienti operati da meno di 5 anni (ove vi è incertezza di assenza di patologia tumorale, markers incerti, quadro clinico dubbio)

Gli effetti collaterali osservati, transitori e ben tollerati dai pazienti, prevalentemente riferiti durante la prima seduta di applicazione sono generalmente scomparsi nella seconda seduta.

  • Risultati e conclusioni

I pazienti sono stati valutati effettuando un confronto tra le rilevazioni centimetriche iniziali e quelle finali, la consistenza tissutale, il trofismo.

Si è evidenziato:

  • Riduzione media della circonferenza degli arti sia nei linfedemi primari che secondari

  • Riduzione media della circonferenza degli arti nelle sindromi post – flebitiche

  • Riduzione della consistenza degli arti

  • Riduzione della sintomatologia dolorosa

  • Riduzione della patologia parestetica e disestetica

  • Rapida cicatrizzazione delle lesioni ulcerative.

Gli effetti sopracitati nell’arco di 24 – 36 ore però scompaiono; sono da valutare i casi ove vi è una possibile componente psicologica.

Per concludere è possibile evidenziare che il trattamento con le onde d’urto si rivela utile nell’approccio terapeutico delle patologie vascolari, non solo per la riduzione degli arti edematosi ma anche per il miglioramento del trofismo e delle aree tissutali in preda a fibrosi con inevitabili ripercussioni funzionali.

Le tecnica può essere eseguita sia dal medico che dal fisioterapista.